fbpx

calcio femminile

Quali sono le differenze tra il calcio maschile e femminile

Recentemente, parecchie bambine e ragazze desiderano frequentare una scuola calcio femminile con lo scopo di praticare questo sport affascinante, sognando magari di diventare delle calciatrici professioniste. Accademia Perfezionamento Calciatori dalla stagione 2022/2023 ha quindi aperto la sua realtà anche al calcio femminile. Il nostro obiettivo è divertirsi giocando a calcio ma con un’attenzione alla tecnica di base importante, sia per le giovani già appassionate che hanno dimestichezza con il pallone, sia per coloro che vogliono avvicinarsi a questo sport e sono alle prime esperienze.

In questo momento storico il calcio femminile è uno degli sport più accessibili, tant’è che il numero delle iscritte sta crescendo in modo esponenziale essendo un’attività in grande diffusione in molte nazioni. In Italia, nello specifico, si registra un notevole incremento delle donne che praticano calcio a seguito dell’ultimo Campionato del Mondo, tenutosi in Francia nel 2019, in cui la nostra Nazionale ha raggiunto i quarti di finale.

Indice

Storia del calcio femminile: quando è nato

Le origini del calcio femminile sono legate alla Seconda rivoluzione industriale in Gran Bretagna con la Football Association (FA): le squadre di calciatrici inglesi si sviluppano come dopolavoro per le operaie. Infatti, le donne rimaste a casa, dovevano sia farsi carico della famiglia che sostituire gli uomini nel lavoro e nello sport. Esse diventano una fonte di ispirazione che muove i primi passi nei confronti di un cambiamento radicale. In seguito alla Prima Guerra Mondiale, nascono squadre femminili in Scozia e Francia, che prevedono l’utilizzo dei pantaloncini e inaugurano anche il calciomercato; tuttavia, non viene permesso loro di giocare sui campi federali. Se ti interessa la crescita del calcio femminile nel mondo e in Italia leggi il nostro articolo sugli sviluppi del calcio femminile

In Italia, un gruppo di ragazze di Milano fonda la prima squadra di calciatrici nel 1933: il Gruppo femminile calcistico, ottenendo però dalla Figc il permesso di giocare solo a porte chiuse. Tuttavia, il calcio è considerato lo sport maschile per antonomasia e il regime fascista vieta il calcio femminile, sostenendo che le donne hanno il dovere di essere madri e dirottando le calciatrici verso atletica o basket, sport in cui non è previsto il contatto. Si ricomincia a parlare di calcio femminile in Italia nel 1946, a Trieste, dove si formano due squadre (Triestina e San Giusto) e a Napoli, per poi giocare lungo tutta la penisola ed espandendosi in diverse città. Inizialmente, però, lo scopo è più politico che sportivo: si cerca di diffondere un sentimento patriottico verso Trieste, allora in mani inglesi e americane, nonostante sia poi risultato utile anche per fornire nuove possibilità alle giocatrici stesse.

Calciatrici italiane più forti di tutti i tempi

Queste sono le giocatrici italiane che, sia in passato sia ancora attive oggi, hanno dimostrato le loro capacità in campo:

  • Elisabetta Vignotto, marcatrice nei primi anni Settanta con le maglie del Real Juventus e del Gamma 3 Padova;
  • Carolina Morace, che ha vestito oltre 150 volte la maglia della nazionale e ha vinto ben 12 scudetti e due coppe Italia;
  • Patrizia Panico ha conquistato dieci scudetti, cinque Coppe Italia e otto Supercoppe italiane. Dal 2016 è allenatrice;
  • Valentina Giacinti, attaccante che ha esordito nella Serie A con la maglia dell’Atalanta. Ha poi transitato nel Napoli, nella Mozzanica, nel Brescia e infine nel Milan;
  • Cristiana Girelli, è uno dei punti di riferimento per la formazione bianconera. Ha partecipato al campionato mondiale di Francia 2019;
  • Daniela Sabatino, attaccante che si è rivelata spesso la prima scelta anche in maglia azzurra;
  • Sara Gama, difensore della Juventus e della nazionale italiana della quale è capitana, icona per eccellenza del calcio femminile. La giocatrice triestina, anche dirigente sportiva, è consigliere federale FIGC dal 2018, vicepresidente AIC dal 2020 e membro della Commissione Nazionale Atleti del CONI dal 2021.

Le principali differenze tra uomini e donne nel calcio

Dal punto di vista fisico, tra uomini e donne la principale differenza anatomica riguarda il bacino poiché nelle donne risulta allargato, proprio per favorire il parto, oltre che una più ampia inclinazione dell’asse del femore, che comporta una maggiore predisposizione agli infortuni dei legamenti (ginocchio-caviglia). La donna ha anche una minore percentuale di acqua rispetto all’uomo e conseguentemente un maggior rischio di disidratazione.

Altre differenze che emergono nel periodo della pubertà riguardano le risposte cardiovascolari e respiratorie all’esercizio, dovute principalmente al ventricolo sinistro più piccolo nel corpo delle donne. La diversa secrezione di testosterone comporta un minore sviluppo di ossa e massa muscolare, e dunque gambe più corte. In più, durante le varie fasi del ciclo mestruale l’organismo risponde in modo differente.

Dal punto di vista psicologico, la donna risulta molto più forte nell’aspetto motivazionale. Le donne, infatti, hanno una maggiore propensione al lavoro e capacità di attenzione, per cui tendono a preferire allenamenti che implicano uno stile comportamentale collaborativo e non competitivo. Per finire, esse presentano anche una maggiore resistenza alla fatica rispetto agli uomini.

Caratteristiche del calcio femminile

A livello di regolamento non vi è alcuna differenza e possiamo affermare che nei due sessi non si registrano grandi difformità di genere fino all’età dello sviluppo, tanto che fino a 11-12 anni bambini e bambine possono giocare insieme. Successivamente invece, assistiamo ad alcuni cambiamenti fisico-strutturali che possono andare a manifestare differenti accortezze anche a livello sportivo.

In gara la prestazione non riporta notevoli differenze, considerando che una performance di alto livello è determinata anche dalla condizione e dall’impegno di tipo aerobico-anaerobico alternato. Infatti, dalle statistiche calcolate emerge che la distanza totale percorsa durante i 90 minuti di una partita è molto simile tra le due categorie, bensì vi è una notevole discrepanza nella manifestazione di forza. Strettamente connesse alla capacità di forza sono:

  • velocità;
  • rapidità;
  • accelerazione;
  • decelerazione.

È anche utile precisare che le ragazze giocano in un campo che ha le stesse misure in lunghezza e larghezza del calcio maschile (90-120 metri in lunghezza e 45-90 metri in larghezza) e utilizzano lo stesso pallone con un peso di 450 grammi con una circonferenza di 68 centimetri.

Quali sono le principali disuguaglianze nel calcio femminile

Oltre a tali caratteristiche definite dal punto di vista naturale e strutturale, il calcio femminile presenta differenze di altro genere, alimentate dal diverso giro economico delle due categorie, tant’è che esse sono ancora viste con diffidenza da molte persone. È vero che il calcio femminile sta ancora emergendo, ma in nome della loro passione, le calciatrici mirano a rendere la presenza femminile nel calcio la normalità e il futuro. Alcune tra le limitazioni non giustificate sono:

  • stipendio: quello di una calciatrice si aggira intorno ai 30 mila; invece, quello dei calciatori è in media di 2 milioni:
  • campi di gioco diversi: nonostante le medesime dimensioni;
  • magliette: i calciatori sono liberi di cederle o scambiarle, mentre le calciatrici devono restituirla per riaverla pulita nell’incontro successivo;
  • trasmissione in tv: le partite spesso non vengono trasmesse, oppure vengono messe in onda su canali poco conosciuti; quelle maschili possiamo vederle alcune in chiaro e altre a pagamento;
  • var, strumento di supporto tecnologico all’arbitro per identificare eventuali suoi errori o irregolarità di gioco: è presente solo nel calcio maschile;
  • arbitri di sesso maschile arbitrano spesso le partite di calcio femminile, il contrario accade raramente.

Lascia un commento