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Il calcio femminile italiano va verso il professionismo. E intanto la FIFA investe 1 miliardo di dollari

La FIFA ha annunciato investimenti nel calcio femminile di 1 miliardo di dollari. Pronti già 449 milioni per lanciare un movimento in continua crescita, che la scorsa estate ha avuto la prima, grande e inaspettata risonanza attraverso i mondiali, giunti già all’ottava edizione. E la F.I.G.C pensa al professionismo…

E chi l’avrebbe mai detto: quest’anno si è svolta l’ottava edizione dei Mondiali di Calcio Femminile. In pochi probabilmente lo sapevano e meno ancora conoscevano un movimento che sta vivendo un grande momento di gloria.

Che qualcosa di importante si stia muovendo lo si vede dalle piccole cose: le squadre più blasonate della Serie A maschile hanno ormai creato la squadra femminile del Club e stanno investendo nella costruzione di team strutturati e competenti che possano competere anche a livello internazionale con squadre già più avanti di noi.

Gli investimenti della FIFA e gli obiettivi dei prossimi 4 anni

Ma l’importanza che comincia a rivestire tutto il movimento femminile del calcio mondiale lo si vede soprattutto da come si sta muovendo la FIFA, che ha recentemente annunciato l’intenzione di investire 1 miliardo di dollari nel calcio femminile, dei quali 500 milioni già pronti per aumentare la sua competitività nel breve periodo e gli altri 500 milioni da stanziare nei prossimi quattro anni.

L’obiettivo principale è quello di creare in tempi brevi una World League femminile per le nazionali, simile al modello sviluppato dalla Uefa nel calcio maschile, in particolare con la Nations League attraverso divisioni regionalipromozioni e retrocessioni. Prevista inoltre l’istituzione di un Mondiale per club femminile e la creazione di tornei per le categorie giovanili. Tutto ciò verrà deciso in via definitiva nel marzo del 2020.

Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, ha così commentato il momento importante che sta attraversando il movimento: “Ormai è una vera realtà e molti se ne sono accorti solo adesso. Abbiamo visto bellissime partite e vissuto emozioni incredibili a questo Mondiale. Dobbiamo smettere di paragonare il calcio femminile al calcio maschile, considerando magari il primo una copia sbiadita del secondo. Consideriamolo, piuttosto, un bellissimo sport, appassionante”. E ha annunciato che il numero di squadre partecipanti al Mondiale 2023 passerà da 24 a 32.

La F.I.G.C non sta a guardare e lovora per il professionismo

In Europa e nel Mondo molte federazioni di Calcio hanno già fatto il passaggio del calcio femminile al professionismo. Molti di noi hanno ammirato le gesta calcistiche della statunitense Megan Rapinoe e delle sue compagne di nazionale durante lo scorso mondiale: ma loro sono avanti anni luce, tant’è che la loro attuale battaglia è relativa alla parità di stipendio tra uomo e donna.

In Italia siamo indietro, ma Gabriele Gravina, presidente della F.I.G.C, ha già promesso, proprio durante i Mondiali di calcio Femminile, una serie di riforme da portare avanti nel breve periodo affinché si possa arrivare al professionismo anche per le donne.

Le difficolta dei Club di calcio femminile in Italia

Come dicevamo, le società professionistiche maschili sono entrate in campo e si sono fatte carico di creare le sezioni femminili dei Club. MilanInterRomaJuventusFiorentina, ecc… sono ormai realtà che competono anche a livello europeo attraverso la Champions League Donne.

E proprio perché questo movimento è diventato una grande realtà, si sta già muovendo un po’ di malcontento: ad una calciatrice che gioca in Serie A viene chiesto un impegno da professionista, con allenamenti quotidiani, continui viaggi, trasferte, ritiri, impegni anche in Nazionale. Ma rispetto al calcio maschile la strada da fare è ancora lunga: ha pochi diritti e tutele, nessun piano pensionistico, assicurazione, maternità, ecc.

D’altro canto, le società hanno numerosi ostacoli economici, che impediscono investimenti e competitività con le altre realtà europee: è difficile comprare straniere forti ed è al tempo stesso complicato mantenere in squadra le proprie calciatrici migliori, molto ricercate all’estero. Il percorso è dunque lungo e pieno di ostacoli, ma la buona notizia è che finalmente è cominciato

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